Data:
6 Ottobre 2025

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari ha inviato una nota al Comune di Bari in merito alla proposta di variante normativa al Piano Regolatore Generale (PRG), finalizzata alla tutela di 205 edifici classificati come espressione dell’architettura moderna e contemporanea.

La richiesta di contributo era pervenuta dallo stesso Comune che ha redatto un elenco di immobili considerati parte del patrimonio identitario della città. In risposta, il presidente ing. Carlo Contesi ha trasmesso osservazioni tecniche e istituzionali, evidenziando perplessità sia di merito che di metodo.

Il nodo della procedura urbanistica

Nella nota, Oiba esprime dubbi sulla legittimità della procedura adottata, osservando che il provvedimento proposto, per ampiezza e impatto sull’utilizzo del patrimonio edilizio esistente, non possa essere considerato una semplice variante semplificata al PRG, ma richieda l’adozione della procedura ordinaria, con tutti i passaggi di legge previsti per una vera variante urbanistica.

«Il Comune sta procedendo con un’operazione che ha effetti rilevanti sul diritto di proprietà e quindi deve seguire l’iter previsto per una variante ordinaria» – ha dichiarato l’ing. Carlo Contesi, presidente dell’Ordine.

La selezione degli immobili: servono criteri più chiari e un confronto pubblico

Un secondo punto critico riguarda la modalità di individuazione degli edifici tutelati: molti di questi – evidenzia OIBA – non rientrerebbero nei canoni riconosciuti dell’architettura moderna e contemporanea, né risultano precedentemente oggetto di studi o catalogazioni ufficiali. Si chiede quindi al Comune di chiarire i criteri seguiti e coinvolgere in modo più trasparente i soggetti interessati.

«La proposta del Comune – sottolinea Contesi – parte da una buona intenzione, ma va integrata da un confronto ampio. Non possiamo accettare che una misura di tutela venga imposta senza il necessario dibattito tecnico e pubblico, soprattutto su edifici non ancora riconosciuti formalmente di pregio architettonico».

L’ing. Contesi ha espresso analogo stupore per il numero degli immobili coinvolti e per l’assenza di una valutazione preventiva sulle reali implicazioni della tutela.

«Molti di questi edifici sono stati costruiti in anni recenti e non possono essere considerati automaticamente beni culturali. Il rischio è quello di bloccare trasformazioni già programmate o di scoraggiare investimenti importanti per la rigenerazione urbana».

Le proposte: trasparenza, valutazione tecnico-scientifica e partecipazione

La nota si conclude con la richiesta formale di aprire un tavolo di confronto tecnico, coinvolgendo anche i rappresentanti degli ordini professionali, dei costruttori, delle università e dei cittadini, per arrivare a una proposta equilibrata e condivisa, che sappia realmente valorizzare l’identità urbana senza ostacolare processi di riqualificazione e sviluppo.